Quando la narrazione aiuta a vivere il morire (e non solo…) in un reparto di Terapia Intensiva Neonatale

Autori

  • Federica Vagnarelli Danat Al Emarat Hospital and Clinic, Abu Dhabi – United Arab Emirates Autore

DOI:

https://doi.org/10.53136/97912599425178

Parole chiave:

Terapia Intensiva Neonatale, Morte Neonatale, medical humanities, medicina Narrativa

Abstract

Nel mondo della Terapia Intensiva Neonatale, il progresso tecnico e scientifico va di pari passo con la necessità di fronteggiare quotidianamente fortissime emozioni e delicati equilibri comunicativi non solo all’interno del gruppo degli operatori ma anche nei confronti delle famiglie dei piccoli pazienti ricoverati. Queste competenze diventano tanto più importanti nel caso di malattia cronica o morte di un neonato. La Narrative Based Medicine (NBM), nell’ambito delle Medical Humanities, si inserisce magnificamente in queste esigenze rappresentando non una alternativa alla Evidence Based Medicine (EBM), ma integrandosi con questa a delineare un approccio olistico al paziente neonato e alla sua famiglia. In quest’ottica, la Narrative Based Medicine deve essere considerata un imperativo non solo culturale ma anche morale per le nuove generazioni di operatori della cura e come tale deve rientrare, a pieno diritto, nei piani di studio dei percorsi educativi.

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Pubblicato

2022-07-09

Come citare

Quando la narrazione aiuta a vivere il morire (e non solo…) in un reparto di Terapia Intensiva Neonatale. (2022). Medical Humanities & Medicina Narrativa - MHMN, 3(1), 133-150. https://doi.org/10.53136/97912599425178